Madi, venti anni, una cooperativa e il pallone

La mamma è una dottoressa in pensione, il papà un agricoltore in Costa d’Avorio. Li ha salutati nel 2017 per inseguire il sogno di un futuro di libertà e indipendenza. [...]

La mamma è una dottoressa in pensione, il papà un agricoltore in Costa d’Avorio. Li ha salutati nel 2017 per inseguire il sogno di un futuro di libertà e indipendenza. Adesso in Calabria, Madi è diventato socio lavoratore di una cooperativa che produrrà pasta, gioca a calcio e… non svela i suoi ingredienti segreti

Madi è uno dei tre soci lavoratori della cooperativa S.A.M. nata nell’ambito di Fare Sistema Oltre l’Accoglienza e grazie al contributo di Fondazione Con Il Sud. La cooperativa si occuperà della produzione di pasta essiccata e di ostie, in Calabria. Vive a Rogliano (in provincia di Cosenza) nello SPRAR “Casa di Ismaele”. Ha 20 anni e le idee molto chiare. La sua storia inizia ad Abidjan, la capitale economia della Costa d’Avorio. Una grande città popolata da più di cinque milioni di abitanti, che si è sviluppata attorno al porto, estendendosi su una serie di isole e penisole collegate attraverso molteplici ponti. La mamma di Madi è una dottoressa in pensione, il papà un agricoltore. Ha un fratello più grande e una sorellina. “La mia famiglia – racconta – ha una situazione stabile”. Intende dire che non vivono in povertà. Non è per motivazioni economiche che è venuto via dalla Costa d’Avorio: “Studiavo, avevo finito le scuole superiori e volevo iscrivermi alla facoltà di Economia”. Era il 2017. “È stata una scelta personale, di libertà e di indipendenza”.

Per seguire questo sua indole indipendente, Madi lascia la capitale ivoriana quattro anni fa e insieme ad alcuni amici affronta il viaggio fino in Libia. In un primo tempo non sa esattamente quale possa essere la meta: “Non avevo in mente di venire in Italia, volevo solo partire. Cosa sapevo di questo Paese? Solo quello che mi avevano raccontato gli amici partiti prima di me: che c’è libertà. Che ci sono occasioni”. Quando durante il viaggio qualcuno propone come meta l’Italia, l’idea delle opportunità è sufficiente a Madi per essere d’accordo. Non sa, però, che di mezzo c’è la Libia. I suoi ricordi, al riguardo, li riassume in pochissime parole: “In Libia ho avuto paura. È un’esperienza che non rifarei”.

Tre o quattro mesi dopo essersi allontanato dalla Costa d’Avorio, Madi sbarca in Sicilia, a Catania: “Ho pensato: finalmente ce l’ho fatta, sono arrivato, ora posso stare tranquillo e organizzare la mia vita”. La sua traversata del Mediterraneo non è stata dolorosa e difficile come quella di altri: “È andato tutto liscio”, si limita a raccontare. Nel 2017 Madi è minorenne, viene dunque accolto nelle strutture riservate ai minori stranieri non accompagnati, a Partinico, a Castelvetrano, a Vittoria. Ma gli inizi non sono facili, non è il futuro che sognava: “Ho creduto d’aver commesso un errore a lasciare l’Africa. Poi ho capito che invece avevo fatto bene”. Quando? “Quando mi sono accorto di avere delle capacità con cui poter fare qualcosa qui in Italia”.

Nell’estate del 2020, terminato da poco il primo e duro lockdown dettato dalla pandemia, gli viene proposto di frequentare un corso per addetti alla produzione di pasta artigianale. L’idea gli piace, e si trasferisce in provincia di Cosenza, ospite dello SPRAR “Casa Di Ismaele”.

Il corso si svolge nei mesi estivi del 2020, una parte in modalità on line, e una parte in presenza: “Era l’opportunità che aspettavo, è stata un’esperienza bellissima, ho imparato tante cose”. Madi impara a impastare e tagliare i formati della pasta, “devi fare tutto con le mani”, senza usare macchinari. La prima volta che cucina una pasta fresca realizzata da lui, ne rimane abbastanza soddisfatto, “mi sono accorto che era venuta bene”. A far da cavia è il cuoco Kolly, un altro ragazzo ospite di “Casa di Ismaele”: “Ha detto che sono bravo”. Era sincero? Madi ride: “Sì, sì, era sincero”. Il primo piatto che preferisce cucinare è la pasta al salmone, in cui impiega un ingrediente “segreto” che non vuole svelare. Ci tiene però a precisare: “Con il salmone sta bene la pasta corta, di qualsiasi formato – come per esempio i paccheri o le farfalle – ma mai la pasta lunga”.

Dal suo arrivo in Calabria, Madi ha svolto anche un tirocinio presso un supermercato di Rogliano, che si è concluso nell’aprile 2021. A maggio è arrivata un’altra proposta che, ancora una volta, rinforza in lui la convinzione di aver fatto la scelta giusta venendo in Italia: diventare socio lavoratore di una cooperativa che si occupi della produzione della pasta. “Ho dato il mio ok immediatamente. Lo so che non è facile, possiamo incontrare tante difficoltà, ma le affronteremo. Si comincerà con la pasta essiccata, faremo anche il confezionamento”: Madi è entusiasta e ottimista di fronte alla prospettiva di diventare un piccolo imprenditore accanto ad altri due ragazzi, Sadia e Adama. Sa anche che si tratta di un progetto impegnativo. Ha delle aspettative, non lo nasconde: “Mi auguro che ci permetta di integrarci di più. Di diventare autonomi. Di crescere. Magari col tempo potremo anche assumere altre persone a lavorare con noi. Sarebbe bello!”. E del fatto che è prevista la realizzazione anche di ostie cosa ne pensi? “È una domanda che mi fanno in tanti. Per me non cambia nulla: ostie o pasta è la stessa cosa. È qualcosa in più, che ci permette di allargare la produzione”. Madi ha informato i suoi familiari di questa avventura che lo aspetta e invia loro gli articoli che parlano della cooperativa: “Sono fieri, orgogliosi di me. Non ci vediamo dal 2017, spero di poterli incontrare presto”.

Oltre a fare la pasta, c’è un’altra cosa che riesce assai bene a Madi: giocare a pallone. È tesserato, è nella squadra del Mangone Calcio, Prima Categoria, Girone B: “Gli altri dicono che sono bravo, secondo me… non sono scarso… anche un pastaio può saper giocare calcio, no?”

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