Ridaje, mercato e solidarietà

Nella Rete di Fare Sistema c’è una piccola azienda romana che ha una particolarità assoluta: essere una società a responsabilità limitata (srl) però a vocazione sociale. Ridaje è infatti una [...]

Nella Rete di Fare Sistema c’è una piccola azienda romana che ha una particolarità assoluta: essere una società a responsabilità limitata (srl) però a vocazione sociale. Ridaje è infatti una startup nata nel 2019 che sta sperimentando un altro modo di fare economia, scegliendo di mettere assieme mercato e solidarietà. Abbiamo chiesto ad Andrea Budini, un educatore che collabora con Ridaje, di raccontarci storia e sfide della startup. Tra quest’ultime c’è anche il tirocinio di Aranit, un ragazzo seguito da FSOA

Andrea che cos’è Ridaje?
Ridaje tecnicamente è una società, una srl, ma è anche una startup a vocazione sociale. In questo duplice aspetto sta la sua essenza innovativa nel panorama economico, perché come società risponde a delle logiche di mercato e deve conseguire utili, ma alla sua base c’è una scelta precisa: dare lavoro a persone che vivono in condizioni di disagio abitativo. L’idea è nata da due imprenditori, Luca Mongelli e Lorenzo Di Ciaccio, che hanno fondato Ridaje nel 2019 e attualmente è composta da 19 soci.

Che tipologia di servizio fornisce Ridaje?
La startup si occupa di giardinaggio urbano e di riqualificazione di aree verdi. I nostri dipendenti svolgono il lavoro di giardinieri in alcuni spazi pubblici o privati della città di Roma. Abbiamo per esempio delle commesse dirette di singoli cittadini o associazioni che ci pagano per la cura e la pulizia di piccoli parchi di quartiere.

Chi sono i vostri dipendenti?
Al momento abbiamo due dipendenti: si tratta di persone che vivono appunto in condizioni di disagio abitativo. Sono persone prima escluse dal mondo del lavoro e con difficoltà a inserirsi in quest’ultimo. E poi c’è un tirocinante, seguito da Fare Sistema.

Si tratta di Aranit, giusto? Come si sta svolgendo questo tirocinio?
Sì, Aranit è un ragazzo di 19 anni che abbiamo inserito come tirocinante grazie a Fare Sistema (e ai fondi dell’8×1000 dell’Unione Buddhista Italiana, ndr). Ci si era prospettata questa opportunità e, dopo un colloquio, abbiamo deciso di attivare il tirocinio. Aranit non è un ragazzo facile: vive tutte le difficoltà di un giovanotto della sua età cui si aggiunge quella d’essere solo in un Paese nuovo. È difficile dire a un ragazzetto di 19 anni tu devi lavorare per 40 ore a settimana mentre la gran parte dei suoi coetanei non lo fa. Capisco inoltre che può non essere semplice lavorare accanto a persone molto più grandi di lui e con cultura e lingua differenti. In più c’è da aggiungere che Aranit ha certo il carattere che ha, ma per fortuna, mi dispiacerebbe se annullasse la sua personalità all’interno del tirocinio. Questo percorso lo sta aiutando a formarsi come persona, ed è una cosa importante.

Di fronte a un carattere come quello di Aranit, una società come Ridaje come sceglie di comportarsi?
È complicato. Da una parte dobbiamo soddisfare i clienti, dall’altro lato la nostra mission è dare un lavoro a chi si trova in condizioni svantaggiate. Con Aranit siamo stati anche abbastanza diretti nel dirgli che in qualsiasi altra realtà sarebbe stato già fuori. Però puntiamo a farlo crescere. Secondo noi è su questi due elementi che il ragazzo deve investire: affidabilità e responsabilità. Comunque Aranit si è mostrato sempre molto attento e disponibile al dialogo e al confronto, e questo anche grazie al tipo di azione che conduce Fare Sistema nell’accompagnarlo a raggiungere l’obiettivo dell’autonomia.

Aranit e gli altri dipendenti hanno occasione di instaurare rapporti con chi usufruisce degli spazi verdi che voi curate?
La chiave è la continuità. Quando le persone riescono ad associare un volto a un’area verde allora si crea una relazione. A quel punto il giardiniere viene visto come persona e scattano piccoli gesti, come per esempio offrire un caffè. Questa relazione è parte degli obiettivi di Ridaje: la sensibilizzazione al tema del disagio abitativo. Un tema che in una metropoli come Roma è molto forte.

Qual è il futuro di Ridaje?
La scommessa è che Ridaje diventi sostenibile a livello economico. Per farlo puntiamo anche – e non solo – a crowdfunding. Chiunque voglia per esempio avere il parchetto sotto casa più pulito può segnalarci l’area e noi ne valutiamo l’investimento e l’adottabilità tramite il Comune. Poi apriamo una raccolta fondi sulla piattaforma presente sul nostro sito dove cittadini, comitati, associazioni possono dare sostegno economico ai nostri giardinieri. Cerchiamo di creare una rete sul territorio.

Aranit rimarrà con voi?
Il suo tirocinio scade a fine novembre. Se lo desidera rimarrà.

Leave your comment

Please enter your name.
Please enter comment.