Abdoul e la sua idea di “ricchezza”

Il ragazzo, originario della Guinea, ha un’idea precisa di cosa sia e a cosa serva la ricchezza, gliel’hanno insegnato la sua famiglia e la sua religione: la ricchezza serve ad [...]

Il ragazzo, originario della Guinea, ha un’idea precisa di cosa sia e a cosa serva la ricchezza, gliel’hanno insegnato la sua famiglia e la sua religione: la ricchezza serve ad aiutare gli altri, dice. Per questo vorrebbe aprire un ristorante grande, con tante sale, dare lavoro e fare regali ai dipendenti. Nell’attesa sta frequentando il corso base di pasticceria siciliana che Fare Sistema Oltre l’Accoglienza ha organizzato con i fondi dell’8X1000 dell’Unione Buddhista Italiana

Abdoul ha 21 anni. È nato il 27 gennaio del 2000 ed è arrivato in Italia il 28 gennaio del 2017. Il suo paese d’origine è la Guinea, nell’Africa occidentale. Andava a scuola, “avevo tutto per studiare, non mi mancava niente” ma è partito pensando di poter comunque aspirare a una vita migliore: “In Italia credevo di trovare di più” stando a quello che vedeva in televisione, “ma non era vero”. La decisione di lasciare la Guinea, la mamma e due sorelle, non è stata pianificata a lungo, è stata piuttosto improvvisa. Senza sapere che il viaggio sarebbe stato lungo e doloroso. Abduoul infatti è passato per la Libia, lì è stato arrestato e ha trascorso quattro mesi in prigione: “Ognuno ha le sue chance nella vita. Io ho fatto quei mesi in carcere, poi sono uscito e mi sono imbarcato, e sono vivo. Alcuni amici sono morti”. Non avevi idea di quello cui andavi incontro? “No, non lo sapevo. E quando sei in Libia ormai non puoi più tornare indietro”.

Abdoul è sbarcato a Catania nel gennaio di quattro anni fa, parlava solo francese, non capiva l’italiano, “non potevo muovermi liberamente” e non era così facile trovare un lavoro. È stato accolto in una struttura di accoglienza e ha conseguito il diploma di terza media. Quando sente la mamma al telefono, lei gli chiede se ha mangiato, gli dice di non dormire fuori, insomma le raccomandazioni di tutte le mamme: “Io le rispondo che è tutto a posto per non farla preoccupare”. In realtà un pensiero che non lo rende sereno Abdouol adesso ce l’ha, ed è il lavoro. Prima era impiegato come aiuto cuoco in un un piccolo ristorantino al centro di Catania, a conduzione familiare, che per ora è chiuso sperando di poter riaprire non appena le condizioni sanitarie saranno migliorate. Aveva un contratto di otto ore settimanali che gli ha consentito di convertire il permesso di soggiorno per motivi umanitari in permesso di lavoro. In più, avendo compiuto i 21 anni nel gennaio scorso ha dovuto lasciare la struttura che lo ospitava, la quale gli ha dato comunque una mano nel trovare casa e pagare la caparra dell’affitto.

Abdoul e Fare Sistema si sono “conosciuti” all’inizio della primavera e ora il ragazzo sta frequentando il corso base di pasticceria siciliana, organizzato da FSOA grazie ai fondi dell’8X1000 dell’Unione Buddhista Italiana. Ha già seguito i primi incontri di formazione che si sono svolti online e a breve parteciperà ai laboratori che si terranno in presenza presso la Scuola d’arte culinaria Nosco nell’Antico Convento di Ragusa Ibla. Non vede l’ora: “Preferisco le lezioni in presenza, si impara di più”. Sei bravo a fare i dolci? Abdoul ride divertito “dovresti assaggiarli”.

Confessa che nell’attesa che riparta il settore della ristorazione gli piacerebbe fare il magazziniere. Vuole lavorare, è questo quel che importa adesso. Non desidera tornare in Guinea, “in Africa non c’è stabilità, è pericoloso”. Allo stesso tempo, però, accenna a una briciola di rimpianto. Non sa se rifarebbe il viaggio verso l’Italia, se lascerebbe la sua famiglia: “A casa studiavo, se fossi rimasto in Guinea avrei potuto continuare e avere un buon lavoro, magari in un ufficio”. In Italia ha iniziato a lavorare come lavapiatti, poi è diventato aiuto cuoco: è contento, sì, ma ha imparato che esistono anche “datori di lavoro che non ti rispettano”. Per questo, alla domanda, qual è il tuo sogno, la sua risposta è un lungo ragionamento: “Vorrei essere completamente indipendente e anche ricco, lo sai cosa significa per me essere ricco? Tante persone mi hanno aiutato in Italia e vorrei ricambiare. Vorrei aprire un ristorante, ma deve essere grande, con tante sale. Poi vorrei mettere su famiglia e avere dei figli. Però se io fossi il gestore di un ristorante tratterei i dipendenti con rispetto, li pagherei puntualmente, e ogni tre mesi farei un regalo a tutti. Sono musulmano, ho un buon cuore. La mia famiglia mi ha insegnato che la ricchezza non si porta nell’al di là, quindi bisogna usarla per aiutare gli altri”.

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