Equipe FSOA in Emilia-Romagna: l’apporto di Maddalena Zanardi

Fare Sistema Oltre l’Accoglienza ha predisposto a Reggio Emilia – con i fondi FAMI – un gruppo di lavoro che segue undici ragazze e ragazzi, dando loro un supporto su [...]

Fare Sistema Oltre l’Accoglienza ha predisposto a Reggio Emilia – con i fondi FAMI – un gruppo di lavoro che segue undici ragazze e ragazzi, dando loro un supporto su più fronti: Maddalena Zanardi si occupa dell’aspetto socio relazionale

Maddalena Zanardi è una delle tre professioniste che compongono l’equipe di supporto e accompagnamento all’autonomia di undici ragazzi titolari di protezione internazionale che opera a Reggio Emilia, e che Fare Sistema ha predisposto grazie ai fondi FAMI (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione). Con lei lavorano Chiara Daolio e Laura Corvo, ciascuna apporta alle attività di equipe la propria esperienza e le proprie competenze. Tra le funzioni che Maddalena svolge all’interno del gruppo di lavoro c’è quella di ampliare la Rete, cercando e prendendo contatti con le diverse associazioni del territorio che condividano obiettivi e ideali di Fare Sistema così da instaurare collaborazioni. Un lavoro che presenta alcune difficoltà: “Il tessuto dell’associazionismo, del volontariato e delle onlus è molto fitto e attivo a Reggio Emilia: tutti hanno già collaborazioni e reti già avviate. La vera sfida è riuscire a trovarne alcune che abbiano ancora spazi ed energie per fare Rete con noi”. Tu come hai ovviato a questo? “Inizialmente ero andata un po’ a tappeto nella ricerca, lavoro e vivo qui da tempo, ho utilizzato i contatti che già avevo. Invece poi man mano che la collega compilava i Piani Individuali di sviluppo Socio-Economico (PISE – uno strumento che ci richiede il Ministero) e selezionava i bisogni degli undici ragazzi seguiti ci siamo rese conto che era più fruttuoso procedere in maniera mirata”.

A quel punto la ricerca ha seguito un diverso andamento. Dato che alcune delle persone seguite in questo progetto sono mamme con bambini piccoli, allora Maddalena ha cominciato a cercare associazioni che forniscono supporti e informazioni legati alla sfera della maternità. Un altro aspetto che ha ritenuto di non trascurare è stato quello creativo e ricreativo: “Abbiamo per esempio avviato una collaborazione con un gruppo che si occupa di danza, canto e musica interculturali. La creatività intesa come elemento di unione. Vorremmo organizzare degli incontri di socializzazione insieme a loro, così che i nostri ragazzi possano fare nuove conoscenze e integrarsi nel territorio”.

I bisogni e le esigenze delle ragazze e dei ragazzi seguiti dall’equipe FAMI sono un faro nella ricerca di nuove associazioni per ampliare la Rete di Fare Sistema, la loro quotidianità e i tempi che hanno a disposizione devono poter collimare con le attività che Maddalena propone loro: “Avevo anche contattato un coro interculturale, che purtroppo però si riuniva solo di sera, e le due nostre ragazze interessate a partecipare, essendo mamme, non riuscivano a essere disponibili in quegli orari”. Insomma, è necessario trovare un compromesso tra le realtà che il territorio offre e l’ascolto dei ragazzi. Di fatto, i bisogni più urgenti che emergono riguardano aspetti della vita molto pratici: lavoro, casa, patente”.

“La parte del mio lavoro all’interno dell’equipe, legata all’ambito della socializzazione, è abbastanza complessa – racconta Maddalena – quello che cerco di far capire loro è che se riescono a inserirsi in un contesto informale, come può essere per esempio quello di un’associazione musicale, cominciano a entrare in contatto con altre persone. La rete delle relazioni si amplia, si creano degli scambi, e possono emergere per semplice conoscenza dei modi per soddisfare alcuni loro bisogni. Faccio un esempio: diventa anche più facile trovare casa, perché magari c’è qualcuno che conosci che può affittarla…”. Non è facile far capire loro quanto è importante instaurare rapporti con la realtà del territorio in cui si vive, “ma è anche importante – aggiunge Maddalena – che alcuni spunti partano da loro”.

A volte Maddalena li accompagna al primo incontro con un’associazione e per fare un po’ di mediazione. Poi però, sono loro, i ragazzi che devono poter camminare da soli: “Si parte dal presupposto che un pochino si semina: intanto io ti do questi contatti, ti spiego perché sono importanti, poi tu piano piano capirai che c’è altro oltre al lavoro, c’è altro oltre casa e famiglia, altro a livello sociale. Ci vuole del tempo lo so, ma ho molta fiducia in questo progetto”.

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